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Chiesa San Bernardino

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Chiesa San Bernardino
Un’ antichissima tradizione orale trasmessaci dai nostri padri, vuole che S.Bernardino venisse a predicare a Gissi nel 1434, ma ne fosse scacciato a sassate; allontanandosi dal paese avrebbe promesso di tornare. Infatti, come si vedrà più avanti, è tornato pochi anni fa nel 1980. Già nel 1496, ad appena 52 anni dalla morte del Santo, nella vecchia chiesa di S. Maria c’era un altare a lui dedicato, probabilmente dove oggi c’è la sua statua. La devozione al Santo Protettore fu propagata dai frati minori del locale convento di S. Francesco d’Assisi, al quale ancora oggi è dedicata una via nella parte vecchia dell’abitato. Col passare degli anni i gissani cominciarono ad invocarlo, ed in riparazione del rifiuto di quella lontana predica, gli eressero una chiesa verso la fine del XV secolo e lo scelsero come loro Protettore, unico caso in Abruzzo, fissandone la festa commemorativa al 20 maggio di ogni anno. Nel 1850 Giovanni Sabatini, un paesano maestro muratore dotato di intuizioni architettoniche, costruì una chiesa più grande alla fine di un viale intitolato al Santo. Durante la prima guerra mondiale, un profugo veneto la decorò raffigurandovi le Tre Virtù Teologali. Pare che in seguito ad apparizioni del Santo e devoti gissani in continua apprensione per le frequenti grandinate, fosse decisa l’apertura di una seconda porta rivolta ad occidente “per sentire quasi idealmente il respiro del Santo”, che riposa nella grande basilica aquilana dal 20 maggio 1444. Nel 1960, a causa delle precarie condizioni di stabilità, la chiesa fu abbattuta e al suo posto ne fu costruita un’altra di stile moderno. Fu demolito anche l’annesso palazzo che dal 1881 aveva ospitato la pretura, il carcere mandamentale, le scuole elementari e, al piano terra, il lungo garage della futura Società automobilistica gissana (1909). Le pareti del grandioso complesso in gesso resistevano quasi miracolosamente agli strappi; il lungo cavo d’acciaio, azionato da una potente ruspa, si spezzò tra l’incredulità del manovratore ed il commento negativo dei cittadini presenti.



La statua
La statua del Santo titolare, alla quale allude la tradizione, è riposta in una nicchia che si apre al di sopra del suo altare, di fronte alla porta laterale d’entrata. È una statua lignea di piccole dimensioni (alta m. 1,15) e tinteggiata. Il Santo, in abito minoritico che scende a pieghe sottili.



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